martedì 20 dicembre 2016

Vespa velutina arrivata in Veneto! Il calabrone asiatico è stato ritrovato a Rovigo

La Vespa velutina è stata ritrovata anche in Veneto, ben fuori dalla zona rossa e a circa 300 chilometri dall’area di infestazione. Il rilevamento è avvenuto a Bergantino, in provincia di Rovigo, sul confine con la Lombardia e a 15 chilometri da quello con l’Emilia.
La notizia è stata diffusa dal sito www.stopvelutina.it e confermata con certezza dall’ Istituto CREA-API di Bologna. Prima d’ora non si era mai trovato così lontano dall’area rossa.  Secondo lo stesso istituto “Si è trattato probabilmente di un trasporto passivo di regine di calabrone, avvenuto su qualche mezzo motorizzato”.
La diffusione del calabrone sul territorio italiano è stata straordinaria: i dati provenienti dalla Francia, nazione quasi completamente infestata dall’insetto straniero, parlano di un avanzamento potenziale di 100 km all’anno.
Apidolomiti chiede a tutti gli Apicoltori di innalzare l’allerta e monitorare costantemente la situazione perchè a questi ritmi è probabile che questa vespa predatrice di Api si diffonda in tutto il Triveneto.
Per maggiori informazioni consigliamo di visitare i seguenti link:
http://www.vespavelutina.eu/it-it/

fonte: http://www.apidolomiti.com/

martedì 13 dicembre 2016

Il miele siciliano non contiene pesticidi e metalli pesanti secondo le analisi dell'Istituto zooprofilattico


Il miele siciliano non contiene pesticidi e metalli pesanti. I risultati delle analisi di laboratorio sono contenuti in un piano monitoraggio regionale, effettuato dai ricercatori dell’area Chimica e Tecnologie alimentari dell’Istituto zooprofilattico della Sicilia e concordato con l’assessorato regionale alla Salute. Le aree monitorate sono rappresentative delle nove province e delle isole minori. Su un totale di 619 esami e 330 campioni (distinti in 110 di api, 130 di miele e 90 di favo-covata e prelevati da 80 centraline) solo 4 esami (nel territorio della provincia di Palermo) sono risultati positivi ai pesticidi (neonicotinoidi) (nei limiti, comunque, consentiti dalla legge), mentre 41 esami hanno rilevato la presenza di tracce di metalli pesanti (piombo e cadmio) negli alveari istallati in prossimità delle aree industriali di Gela, Priolo e Milazzo e di insediamenti urbani molto popolosi (Palermo e Agrigento). Infine, 476 esami sono risultati negativi e 102 non eseguibili. Il piano di monitoraggio nasce dalla considerazione che l’inquinamento può essere valutato sia con metodologie strumentali, sia attraverso bioindicatori animali e vegetali. In quest’ambito, l’ape, essendo un ‘sensore viaggiante’, riveste in Italia da più di vent’anni un ruolo primario ed è considerata un ottimo bioindicatore. L’ape, infatti, volando e impollinando i fiori, può prelevare sostanze inquinanti, si contamina a sua volta e torna nella sua nicchia, diventando un possibile campione da sottoporre alle analisi di laboratorio. Considerato, poi, che anche gli alimenti possono avere sostanze indesiderate al loro interno, come residui di pesticidi e che il miele può subire contaminazioni di tipo ambientale, a causa di un’elevata presenza di attività industriali, per verificarne la purezza i ricercatori hanno raccolto vari campioni provenienti da 80 centraline istallate in varie aree agricole. Ogni stazione di monitoraggio è formata da due arnie munite di una gabbia di raccolta delle api morte. Il campionamento è stato effettuato una volta ogni quindici giorni: è stato controllato lo stato generale di salute dell’alveare, accertato e registrato su apposite schede il numero delle api morte nelle gabbie. Una volta al mese, invece, è stato controllato il miele e il favo. Una delle contaminazioni più frequenti nel miele è quella generata dall’uso di prodotti chimici per la lotta agli infestanti in particolare nelle produzioni frutticole. In tutti i campioni analizzati, i valori sono risultati conformi alla norma, sebbene in alcuni campioni si è registrata la presenza di contaminanti ambientali, quali metalli pesanti e pesticidi e Pcb (policlorobifenili). “Si tratta di livelli inquinanti bassi, che non devono preoccupare l’opinione pubblica, in quanto notevolmente inferiori ai limiti di legge consentiti – spiega Antonio Vella, dirigente responsabile del laboratorio Residui dell’area chimica e tecnologie alimentari -. Parametri che non possono far parlare del rischio di tossicità acuta, ma che senz’altro bisogna tenere sotto controllo per evitare che queste sostanze si possano accumulare nell’organismo e generare una tossicità cronica, che predispone a malattie cancerogene e/o neurodegenerative“. Alla luce dei risultati ottenuti, il commissario straordinario dello zooprofilattico, Salvatore Seminara, spiega che “i dati dell’indagine si sono rilevati un ottimo strumento per la costruzione di una mappa del rischio del territorio siciliano, utile per attuare un piano di mitigazione delle attività agricole in quelle aree ritenute più a rischio e preservare gli esemplari di questa specie“.

Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2016/12/alimenti-il-miele-siciliano-non-contiene-pesticidi-e-metalli-pesanti/807544/#d6131EYYXh1rEYDY.99

mercoledì 7 dicembre 2016

Da giovedì 8 a domenica 11 dicembre un weekend dedicato al miele siciliano e alla cuccìa, tra showcooking, degustazioni, talk show e produttori diretti al Sanlorenzo Mercato.

E poi: la Festa della Cassata, l’incontro con lo “smartfood” di Eliana Liotta e le arancine speciali di Santa Lucia. Miele e Cuccìa protagonisti del week end di Sanlorenzo, un viaggio attraverso due specialità dolci tutte siciliane che arricchiscono il paniere delle bontà isolane. Tre giorni di degustazioni e laboratori con il miele siciliano e assaggi di varie ricette di Cuccìa, in collaborazione con gli artigiani della cuccìa di Buseto Palizzolo, in provincia di Trapani, depositari di un’antica tradizione originale con una ricetta a base di vino cotto. L’appuntamento con la Festa del Miele e della Cuccìa parte venerdì 9 dicembre alle 18, con un talk show su tutti i segreti della lavorazione del miele, con la partecipazione di produttori diretti da Misilmeri, Termini Imerese e Caltavuturo, l’intervento del professore Ezio Peri, Professore Associato Entomologia agraria al Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università degli Studi di Palermo, e lo showcooking con degustazione gratuita, in collaborazione con gli chef dell’Associazione Provinciale Cuochi e Pasticceri di Palermo.
Ecco tutti gli appuntamenti gastronomici della settimana:
- GIOVEDÌ 8 DICEMBRE:
FESTA DELLA CASSATA SICILIANA
Una giornata interamente dedicata al dolce siciliano per eccellenza: la cassata. Si comincia alle 11 con lo showcooking d’eccezione, condotto dal pasticcere Alessandro Giannilivigni, che mostrerà dal vivo tutte le fasi della preparazione del dolce, con tutte le tecniche e gli ingredienti della ricetta tradizionale. Sempre alle 11 comincia anche il laboratorio speciale di Palermo Bimbi, con Giana Di Lorenzo che guiderà i più piccoli nella realizzazione di mini-cassate che i partecipanti potranno poi portare a casa, dopo averle preparate e decorate con le proprie mani (costo del laboratorio, 5 euro).
Il nome della cassata deriva dal vocabolo arabo "Quas'at" che significa scodella grande e tonda. La ricchezza dei suoi ingredienti rispecchia le caratteristiche della cucina saracena, che ama armonizzare sapori contrastanti, come il Pan di Spagna ripieno di ricotta impastata con zucchero e pezzetti di cioccolato e poi decorate con pasta di mandorle (tipicamente di colore verde) glassa e frutta candita.
- DA VENERDÌ 9 A DOMENICA 11 DICEMBRE:
FESTA DEL MIELE SICILIANO E DELLA CUCCÌA DI BUSETO PALIZZOLO
IL MIELE
Dopo lo showcooking con degustazione gratuita di venerdì 9 dicembre, spazio ai banchetti dei produttori diretti dove, sabato 10 e domenica 11 dicembre, dalle 11 alle 14 e dalle 15.30 alle 18.30, si potranno assaggiare e acquistare mieli di castagno, zagara, limone, cardo, e tanti altri fino al classico millefiori.
Oltre alle degustazioni, via anche ai laboratori per bambini, che verranno immersi nel fantastico mondo delle api con vere arnie didattiche ricche di api in attività. I piccoli apicoltori potranno così scoprire i vari ruoli che le api operaie svolgono all'interno dell'arnia e il ruolo della Ape regina, per poi dare spazio alla creatività con il riciclo dei fiori con i bicchieri di plastica e la “carta d'identità dell'ape”.
(Orari: sabato dalle 16.30 alle 18.30; domenica dalle 10.30 alle 13.30. Costo laboratori: 4 euro).
Il miele ottenuto dall'attività delle api nere di Sicilia contiene una quantità di antiossidanti dieci volte maggiore rispetto alla norma, ma anche ben tredici sostanze antibatteriche e quattro antifungine. Questa particolare specie di api è famosa agli onori della cronaca per la sua grande capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, che le hanno reso possibile una corretta sopravvivenza.
LA CUCCìA DI BUSETO PALIZZOLO
Grano, latte, cioccolato, cannella, sono alcuni degli ingredienti base per la "cuccìa", il tipico dolce siciliano che si prepara per tradizione durante la festa di Santa Lucia. Quella di Buseto Palizzolo è frutto di una ricetta antica che usa il vino cotto, ottenuto facendo cuocere il mosto di uva per diverse ore fino a raggiungere 1/3 della quantità iniziale. Nascono così le varianti che sposano gli ingredienti della tradizione come ricotta, latte, crema di latte, miele, zucchero, marsala, cotognata, mandorle tostate, fichi secchi, cotognata, “cucuzzata”, zucchero, cannella o cioccolato. Ben 13 gusti di cuccìa saranno serviti con un ticket speciale, sabato 10 e domenica 11 dicembre dalle 11 alle 14 e dalle 15.30 alle 18.30, direttamente dagli artigiani del paese trapanese.
Secondo l’antica ricetta, a cottura ultimata, la pentola ancora calda veniva avvolta in una coperta e collocata dentro un “zimmili” una grande cesta di palma nana intrecciata, piena di paglia, dove vi si lasciava riposare per tutta la nottata. L’indomani veniva condita e servita a colazione, pranzo e cena al posto di pane e pasta.
- SABATO 10 DICEMBRE ORE 18
ELIANA LIOTTA PRESENTA SMARTFOOD E CIBO SICILIANO DI LUNGA VITA
Eliana Liotta presenta a Sanlorenzo Mercato il suo best seller da 100 mila copie, già tradotto in otto lingue, «La Dieta Smartfood» e l’applicazione pratica, «Le ricette Smartfood». I due libri, editi da Rizzoli, sono certificati dallo Ieo, Istituto europeo di oncologia di Milano. L’autrice, giornalista scientifica, è siciliana e siciliani sono molti ingredienti e molte pietanze di lunga vita approvati dal grande centro clinico e di ricerca fondato da Umberto Veronesi: dalle polpette di sarde all’insalata di finocchi, cipolle e arance rosse.
Eliana Liotta, giornalista, scrittrice e comunicatrice scientifica, ha scritto per Rizzoli il best seller La Dieta Smartfood, un caso editoriale nel 2016, subito tradotto in otto lingue, e il suo seguito, Le ricette Smartfood, entrambi con il marchio scientifico dello IEO di Milano. Firma del Corriere della Sera, è autrice del blog su Io donna «Il bene che mi voglio». In Rcs è stata direttore del mensile, del sito e della collana di libri OK Salute e vicedirettore del settimanale Oggi.
- MARTEDì 13 DICEMBRE: LE ARANCINE DEL MERCATO
Un’arancina per ogni bottega: è Santa Lucia secondo il Mercato. Dalle classiche “carne” e “burro” in friggitoria, a “speck e vastedda palermitana” in salumeria, fino a “spada e menta” in pescheria e la “vegetariana” dell’ortofrutta con spinaci e “Mattone”, un formaggio stagionato tipico di Santa Ninfa (TP).

Per noi palermitani Santa Lucia è sinonimo di arancine. Le arancine sono una specialità della cucina palermitana, e rappresentano una delle leccornie più conosciute della Sicilia. Si racconta che fu un emiro arabo ad inventare il timballo di riso, per portare con sé qualcosa da mangiare quando si allontanava dal suo palazzo per andare a caccia. Poi ci fu la trovata geniale di manipolare questo timballo di riso fatto con pezzetti di carne e profumato di zafferano, dandogli la forma di una palla grossa come un’arancia, che impanata e fritta resisteva molto meglio al trasporto.

fonte: www.palermotoday.it

venerdì 2 dicembre 2016

Il terribile anno del miele italiano: prodotte 470 tonnellate in meno

Se ne parla da luglio, da quando la Confederazione italiana agricoltura di Padova ha lanciato un allarme sul rischio di azzeramento della produzione di miele per l’anno 2016. La causa allora stava nelle piogge che avevano flagellato il Nord Italia a maggio e giugno, determinando la mancata fioritura di acacie e tigli. Alla motivazione naturale si aggiungeva poi il problema dei costi di produzione insostenibili, a partire dall’acquisto di un medicinale veterinario utilizzato per combattere un acaro che attacca le api. I numeri, già allora, erano drammatici: nel corso del 2016 la produzione di miele per gli apicoltori padovani si era ridotta dell’80 percento, determinando un aumento del prezzo del miele del 10-30 percento. Fatto sta che a settembre la drammatica stima numerica si è estesa al territorio nazionale, con il suo milione e mezzo di alveari. E così, per l’apicoltura italiana il 2016 risulta essere una delle peggiori annate degli ultimi 35 anni, con un crollo della produzione del 70 percento. La raccolta è stata decimata dai cambiamenti climatici e dai pesticidi, con punte di produzione zero per il miele d’acacia in Piemonte e Triveneto e per quello di agrumi in Sicilia e un rincaro del prezzo del 20 percento. Nel dettaglio, il miele di acacia bio è passato dalle 437 tonnellate prodotte nel 2015 alle 184 tonnellate del 2016; quello di acacia convenzionale da 266 a 91 tonnellate, per un totale di 428 tonnellate in meno. Mentre il miele di agrumi è sceso da 54 a 35 tonnellate per il bio e da 174 a 148 tonnellate per il convenzionale, per un totale di 45 tonnellate in meno. Eppure, non cala il numero degli apicoltori e degli alveari.
I dati allarmanti sono stati comunicati a inizio settembre dal presidente dell’Osservatorio Nazionale Miele Giancarlo Naldi e dal presidente Conapi (Consorzio nazionale Apicoltori) Diego Pagani al vice ministro alle Politiche agricole Andrea Olivero. Olivero ha commentato: «Siamo tra coloro che meglio lavorano in purezza. È necessaria una strategia complessiva per ragionare su tutto il comparto, a noi il compito di mantenere alto il livello di vigilanza e dare continuità alle iniziative di sostegno al settore. La qualità del miele non dipende solo dalle vantaggiose caratteristiche climatiche del Paese ma soprattutto dalla professionalità dei nostri apicoltori».
Il problema dei pesticidi. È la Federazione Apicoltori Italiani a indagare nello specifico il problema dei pesticidi. In un comunicato ufficiale, ha ribadito ancora una volta, come sempre dal 2008 a questa parte, i tremendi danni dei neonicotinoidi, antiparassitari che derivano dalla nicotina, introdotti come alternativa al DDT, ma ad azione neurotossica e pericolosa per le api.
A metterli sotto accusa è ora anche uno studio pubblicato sulla rivista britannica Proceeding of the Royal Society: l’Accademia Reale di ricerca della Gran Bretagna e del Commowealth, in collaborazione con Svizzera, Germania, Tailandia e Sud Africa, ha confermato che il ciclo di vita dei fuchi dell’ape produttrice di miele (Apis mellifera), se esposti a thiametoxam e coothianidin (due neonicotinoidi), si riduce notevolmente. Viene compromessa anche la fertilità dei fuchi, con una riduzione dello sperma del 39 percento rispetto agli insetti non contaminati e una riduzione di vitalità del seme. Di fatto, gli antiparassitari esercitano un’azione contraccettiva.
Dal Giappone arriva invece un’altra teoria: secondo il ricercatore Junko Tokumoto di Kobe, i neonicotinoidi hanno un effetto indiretto che condiziona le ghiandole ipogaringee delle api nutrici, che non possono più produrre proteine, grassi e vitamine per le larve. Resta il fatto che tutti gli studi evidenziano i neonicotinoidi come fattore di rischio a carico delle api e del loro ciclo riproduttivo. Che contribuisce, assieme a tutti gli altri, alla morìa delle api mellifere e alla conseguente e grave erosione della nostra biodiversità.

fonte: http://www.gardaweek.it/