mercoledì 30 novembre 2016

Fungo di ferla da 816 grammi trovato a San Cataldo

E’ un fungo da record quello raccolto nei giorni scorsi da un appassionato, il 42 enne Alessandro Leone, un apicoltore di Zafferana Etnea con la passione per la campagna. Quest’ultimo non credeva ai propri occhi quando sabato, nelle campagne di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, si è imbattuto in un enorme esemplare di fungo di ferula (meglio noto come fungo di ferla); un fungo di 816 grammi, con il cappello del diametro di oltre 32 centimetri. Una vera rarità per questa specie, che solitamente raggiunge il peso di 200 grammi circa. «Il fungo era ben visibile a tutti i cercatori – racconta il signor Leone - e quando l’ho visto sono rimasto a bocca aperta; sono stato fortunato perché, poco prima, nello stesso posto erano passati anche alcuni cacciatori. Non riesco a capire davvero come abbiano fatto a non vederlo. Un esemplare molto bello, da rimanere incantati». A proposito della raccolta da record lo stesso Leone poi aggiunge: «Mai avrei potuto immaginare di trovare un fungo di queste dimensioni, anche perché questa è un’annata pessima per i funghi, viste anche le condizioni climatiche non favorevoli. Stranamente però nonostante di funghi non ce ne siano tanti, non è raro raccoglierne di dimensioni importanti; mi è capitato anche con qualche porcino». Immortalato con alcune foto il fungo “ferula” da record è quindi finito sulla griglia: «Seppure a malincuore, prima che si rovinasse non ho potuto far altro che cucinarlo e mangiarlo insieme ai parenti e agli amici più cari».

fonte: http://www.lasicilia.it/

Assistenza ai Finanziamenti in Apicoltura per l’anno 2017

Assistenza ai Finanziamenti in Apicoltura per l’anno 2017: federapi fai sicilia Assistenza ai federapi fai sicilia Finanziamenti in Apicoltura per l’anno 2017

martedì 29 novembre 2016

Perde il lavoro per la crisi e si reinventa apicoltore

BIGARELLO. Non c’è lavoro? Basta cercarlo. Si potrebbe sintetizzare così la metamorfosi di un giovane mantovano acquisito che dopo anni da imbianchino, vista la crisi, ha deciso di cambiare mestiere e diventare apicoltore. Una scelta che si è dimostrata vincente. È la storia del 31enne Hedi Rocco Azzabi, nato a Marsala (Trapani) da padre tunisino e madre siciliana, arrivato a Mantova all’età di 14 anni, da solo in treno e con pochi soldi. «Appena terminate le medie ho deciso di emigrare al nord per trovare lavoro» racconta Rocco. «Ospitato da amici - continua - ho cominciato come imbianchino, lavoro che ho smesso tre anni fa quando la crisi ha cominciato a mordere». Rocco ricorda di aver deciso di fare l’apicoltore dopo aver conosciuto Aldo Mantovanelli, un esperto casteldariese che gli ha venduto le prime due “famiglie” di api. Da allora, pian piano, aiutato dalla giovane moglie Sabrine, tunisina, Hedi Rocco ha iniziato ad ampliare il numero delle sue arnie, ad oggi quasi un migliaio, dislocate nelle province di Mantova e Verona. L’intraprendente ex imbianchino non solo alleva le api per il miele ma anche per riprodurre “famiglie con la regina” che vende ad altri apicoltori: «Ormai è diventato un lavoro che mi impegna tutto l’anno. Inoltre, visto che la produzione di miele supera i 100 quintali annui, ho allestito un laboratorio a Gazzo Bigarello per la lavorazione, aiutato da mia moglie». Sono diverse le qualità di miele prodotte: dal millefiori al miele di tarassaco, di colza, di acacia ma anche la mielata (miele di bosco), la propoli e il polline. Rocco, che è uno dei più giovani apicoltori mantovani, si dice fiero e soddisfatto della scelta fatta: «È un lavoro che mi permette di vivere a contatto con la natura, dalla quale dipende la produzione di miele. Se c’è inquinamento e le api non producono e addirittura muoiono è un segnale allarmante anche per l’uomo. Devo ringraziare il mio caro amico e maestro Mantovanelli, che mi ha fatto riscoprire questa passione. Riscoprire, perché ricordo che fin da piccolo, in Sicilia, il nonno materno aveva alcuni alveari ai quali però mi proibiva di avvicinarmi. Ma rimase la curiosità di conoscere il mondo affascinante delle api. Ora ne faccio addirittura parte».

fonte: http://gazzettadimantova.gelocal.it/

sabato 26 novembre 2016

Miele: M5s, subito indagine conoscitiva su morìa api

Un'indagine conoscitiva per comprendere le ragioni della moria di api, il calo della produzione e prevenire così il conseguente rischio di frodi alimentari con miele extra europeo, soprattutto cinese e bulgaro, che però in etichetta compare sotto il marchio Ue". È questa, in sintesi, la proposta dei deputati del M5S della Commissione Agricoltura lanciata a margine del convegno "Apicoltura - Riflessioni e ricerche tra biodiversità e sostenibilità", oggi alla Camera dal M5S insieme con esperti e apicoltori di diverse sigle, dall'Ispra all'associazione Scientia fino alle Università di Bologna, Pisa e Teramo. "L'indagine conoscitiva come il nuovo passo di un percorso avviato dal M5S in Parlamento con numerosi atti parlamentari che coinvolgerà in un ciclo di audizioni comunità scientifica, associazioni e operatori del settore per far entrare nell'agenda politica del Governo e delle Autorità competenti quella che è una vera e propria emergenza, non solo per il comparto apistico, ma per la conservazione della biodiversità, degli ecosistemi e quindi la trasmissione della vita sul Pianeta. Una priorità per la quale è urgente investire maggiori risorse nella ricerca scientifica" conclude il deputato 5stelle Massimiliano Bernini, primo firmatario dell'ultima risoluzione del M5S sulle api -.

Il calo della produzione di miele, legato alla morìa delle api, in Italia nel 2016 si è aggravato con una perdita del 50-60 per cento e punte fino all'80% in alcuni areali. Fra le cause, cambiamenti climatici, uso di pesticidi ed erbicidi, frazionamento degli habitat, patologie, come Aethina Tumida e il cosiddetto 'Calabrone asiatico'". "Il calo di produzione - per il deputato 5stelle Paolo Parentela -rischia di aprire la strada a nuove sofisticazioni alimentari, con l'introduzione nel mercato di miele proveniente da Paesi extraeuropei frutto di pratiche scorrette come ad esempio quella di tagliare il miele con sciroppo di zucchero. Una pratica scorretta che danneggia consumatori e produttori, oltre che le api, che va fermata al più presto".(ANSA).

Propoli, 8 cose da sapere

Chissà quante volte ne avrete sentito parlare, della propoli. Ma sia che ne siate già utilizzatori abituali, sia che invece non l’abbiate mai provata, vi sarà senz’altro utile conoscerla a fondo. Per evitare di cadere in luoghi comuni (sì, ce ne sono anche per la propoli…) e soprattutto per sfruttarne al meglio le riconosciute proprietà benefiche per il nostro organismo.
È un prodotto tutto naturale
La propoli è naturale al 100%. Viene prodotta dalle api e utilizzata come “cemento” nella costruzione dell’alveare: grazie alla sua azione antibatterica, funge da barriera difensiva contro i microrganismi esterni. È composta da resine, balsami, cera, polline, minerali, vitamine (B1, B2, B6, C ed E) e flavonoidi (pigmenti che si trovano nei fiori, nei frutti e sulla corteccia degli alberi). È disponibile in diverse forme: oltre alla classica tintura idroalcolica, si trova in sciroppi, compresse effervescenti, spray, collutori.
È un potente antisettico
In effetti, le proprietà antisettiche della propoli erano note già agli antichi Egizi, che la utilizzavano nei processi di mummificazione. Grazie poi ad alcuni principi attivi come gli oli essenziali e i flavonoidi, svolge un’azione antibatterica in particolare sui microrganismi responsabili delle infezioni delle vie aeree.
Ma non rafforza il sistema immunitario
È vero che la propoli combatte anche alcuni ceppi di virus (tra i quali, ad esempio, quello dell’herpes); ma di qui a sostenere che rafforzi le difese immunitarie dell’organismo ce ne passa: non è dimostrato scientificamente, infatti, che sia in grado di stimolare la produzione di anticorpi.
È ottima anche per l’igiene orale
Grazie alle sue proprietà cicatrizzanti e disinfettanti, è indicata per combattere le infiammazioni delle gengive. Pare agisca anche contro lo Streptococcus Mutans, il batterio responsabile della carie (ma sono impieghi terapeutici ancora in fase sperimentale).
Ma è meglio prenderla prima dei pasti
L’organismo assorbe meglio la propoli a stomaco vuoto: se mescolata ad altri alimenti, infatti, potrebbe perdere i principi attivi. La propoli è comunque facilmente digeribile, svolge addirittura un’azione antigastrica e antiulcerosa e combatte l’Helicobacter Pylori, il batterio che vive annidato nella mucosa gastrica ed è la principale causa di problemi dell´apparato gastrointestinale, anche seri (ulcere gastriche e duodenali).
Non fa ingrassare
È una cattiva fama legata alla sua origine: la propoli è infatti un prodotto dell’alveare, come il miele e la pappa reale, che sono sostanze altamente nutritive. Rispetto a queste, però, ha pochissime calorie (appena 15 in 100 g). Dunque: via libera anche se siete a dieta.
Si può dare anche ai bambini, a certe condizioni
La propoli può essere presa anche dai più piccoli, a patto che si eviti la soluzione idroalcolica (ma solo perché contiene alcol). Per combattere le malattie da raffreddamento, ai bambini fino ai 12 anni è quindi preferibile somministrare estratto secco di propoli: sino a 300 mg al giorno per almeno 10 giorni. Agli adulti si consigliano invece 25-30 gocce di soluzione idroalcolica, due volte al giorno.
In gravidanza è meglio di no
Alcuni oli essenziali contenuti nella propoli possono provocare contrazioni dei muscoli uterini, pericolose per il feto.
fonte: http://www.staibene.it/

venerdì 25 novembre 2016

Esonero IVA: si Salvano solo gli Apicoltori in Zona Montana

Nella giornata odierna (24 Novembre 2016) il Senato della Repubblica ha convertito definitivamente in legge il Decreto-Legge n. 193 del 2016, recante “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili". Avendo ieri il Governo posto la “questione di fiducia" sul testo approvato in precedenza con modificazioni dalla Camera dei Deputati, l’emendamento correttivo richiesto dalla FAI-Federazione Apicoltori Italiani è stato

accolto solo in parte. L’attività parlamentare promossa al fine di scongiurare la soppressione del regime di esonero ai produttori agricoli e apistici, con volume d’affari inferiore ai 7.000 Euro, ha pertanto consentito di mantenere valido tale regime sia pure limitatamente a quegli agricoltori-apicoltori situati nelle cosiddette “zone montane”. “Visto che i territori montani sono ricompresi in quasi il 45% dei Comuni italiani – ha dichiarato Raffaele Cirone, presidente FAI-Federazione Apicoltori Italiani - abbiamo la verosimile soddisfazione di aver “salvato” più o meno la metà delle aziende apistiche che in Italia operano in regime di esonero agendo così nell’interesse di tutta la categoria produttiva e non solo dei nostri associati”. La FAI, in effetti, è stata l’unica Organizzazione apistica nazionale ad impegnarsi su questo fronte, l’unica del resto che difende storicamente la categoria dei piccoli agricoltori-apicoltori che in Italia rappresentano fino all’85-90% degli operatori del comparto. Il testo definitivo della legge di conversione sarà prossimamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Possiamo intanto anticipare quelle che sono le procedure cui dovranno sottoporsi tutte le aziende apistiche che non potranno più beneficiare del regime di esonero perché situate in zona non classificabile come montana:
• i soggetti passivi IVA dovranno trasmettere telematicamente, all’Agenzia delle Entrate, ogni tre mesi, i dati di tutte le fatture emesse e ricevute nel trimestre di riferimento;
• la comunicazione analitica delle fatture dovrà inoltre essere integrata con la comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche dell’IVA;
• le scadenze previste sono: 31 maggio, 16 settembre, 30 novembre, ultimo giorno di febbraio;
• per il primo anno di applicazione si prevede una comunicazione semestrale iniziale da effettuare entro il 25 luglio 2017.

fonte: http://www.federapi.biz/

sabato 5 novembre 2016

CATANIA : si avvia il secondo corso di 1° livello del 2016

Corso aperto a tutti; si terrà nei giorni 18-19-20 Novembre 2016 al raggiungimento di un minimo di 25 partecipanti, In caso  di mancata realizzazione, verrà restituita la quota di iscrizione; tutte le comunicazioni tramite e-mail    faisicilia@federapi.biz

Il corso di primo livello è rivolto a quanti intendono intraprendere l’attività di apicoltore. A tal proposito ricordiamo che l’apicoltura è un’attività agricola a tutti gli effetti, la legge nazionale sull’apicoltura, la n. 313 del 2004, definisce apicoltore chiunque detiene alveari. Per iniziare a svolgere questa attività occorrono delle conoscenze di base sulla vita e l’organizzazione delle api, sulla disponibilità di pascoli, sulla gestione delle attrezzature ed altro ancora. I docenti del corso sono apicoltori professionisti di lunga esperienza, soci di Fai Sicilia

data
orario
18 novembre 2016
9:00 - 13:00 /  15:00 -19:00
19 novembre 2016
9:00 - 13:00 /  15:00 -19:00
20 novembre 2016
9:00 - 13:00 /  15:00 -19:00
documenti disponibili


fonte: http://www.sicilia.federapi.biz/