martedì 9 giugno 2015

L’ape nera sicula: robusta, produttiva e sorprendentemente docile


Della moria delle api abbiamo parlato più volte sulle nostre pagine e di come la loro sopravvivenza e l’importantissimo contributo che danno all’ecosistema sia estremamente in pericolo. Il crollo della popolazione di questi preziosissimi e insostituibili insetti attraversa tutti i continenti – purtroppo, rispetto a qualche anno fa, la popolazione di api è stata decimata dovunque. Malattie e parassiti come lavarroa, i cambiamenti climatici, le pratiche agricole che escludono la rotazione dei terreni ma soprattutto l’utilizzo di pesticidi contenenti nicotina nelle colture sono le minacce che incombono sulle api.
In questo panorama c’è una felice eccezione: è costituita dall’ape nera sicula, ritrovata da alcuni apicoltori alla fine degli anni ’80 in alcuni alveari abbandonati – dopo essersi quasi estinta. Di lontani origini africane, questo insetto è particolarmente forte e resistente alla varroa perché è geneticamente intatto, ovvero è rimasto come allo stato selvatico. Dopo millenni nel territorio siciliano, si è evoluta in direzione di un’estrema docilità, tanto da poter essere presa in mano dall’apicoltore senza pungerlo. Queste api sopravvivono anche senza trattamenti farmacologici e sono molto richieste dai proprietari di serre per impollinare le pianti delle coltivazioni: infatti sono molto dinamiche e resistenti alle temperature più varie. Non vanno in blocco di covata durante l’inverno e infatti in questo periodo producono miele di nespolo e di mandorlo, particolarmente ricchi di antiossidanti. L’ape nera sicula è un presidio Slow Food: maggiori informazioni su questa pagina.

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